
Ue, concentrazione bancaria in Italia sotto la media europea

"Le prime cinque banche controllano meno del 50% del settore"
In Italia "la concentrazione bancaria sembra essere inferiore alla media Ue, con le prime cinque banche che controllano meno del 50% del settore (media UE del 54%). Le compagnie assicurative, con un totale attivo equivalente al 49% del ilL a fine 2023, sono gli intermediari finanziari non bancari più sviluppati in Italia, sebbene le loro dimensioni rimangano inferiori alla media Ue del 55%". Lo afferma la Commissione in uno dei documenti che compongono il Pacchetto di primavera. Il settore bancario italiano ha rafforzato la propria resilienza nel 2024, nota comunque, registrando "il livello più alto" di patrimonializzazione e una redditività superiore alla media Ue. Il rapporto di adeguatezza patrimoniale ha toccato il 20% nel terzo trimestre 2024, "quasi in linea con la media UE (20,1%)", mentre il Common Equity Tier 1 è salito al 15,9%. Il ritorno sul capitale proprio ha raggiunto il 14,1%, superando il dato del 2023 (12,7%) e la media europea (10%). La crescita del margine d'interesse, dei ricavi da commissioni e il buon controllo dei costi sono stati "i principali fattori trainanti" della performance. Il piano del governo per rinviare alcune detrazioni fiscali "non dovrebbe influire in modo significativo sulla loro redditività". Permangono pressioni sulla qualità degli attivi, nota Bruxelles, ma "rimangono modeste rispetto agli standard storici": l'Npl ratio è salito al 2,8% a settembre 2024 (contro l'1,9% Ue), con una quota più elevata per le imprese (4,4%) rispetto alle famiglie (2,6%). Tuttavia, "non indicano significative limitazioni all'offerta di credito per i mutuatari affidabili". La posizione di liquidità resta solida: il tasso di copertura è al 170,7% e il net stable funding ratio al 132%. Il costo marginale del finanziamento è sceso all'1,9% a settembre. Tuttavia, "questo livello è storicamente elevato". Le esposizioni al debito sovrano nazionale, seppur in calo al 9,4% degli attivi, "restano elevate storicamente e rispetto ai partner dell'area euro" e sono concentrate soprattutto tra le banche cooperative. "Permangono sacche di vulnerabilità tra gli istituti di credito più piccoli", nonostante i progressi nella vigilanza.
R.Zakrzewski--GL