Esperti, conoscere i rischi per il cuore per ridurre i decessi
I cardiologi Anmco in vista della Giornata mondiale dedicata
"La prevenzione è la prima arma, forse la più importante, per mantenere in salute il proprio cuore e per contrastare l'insorgenza e la progressione delle malattie cardiovascolari che restano ancora oggi la prima causa di morte nel nostro Paese. L'80% delle malattie cardiovascolari sono prevenibili semplicemente adottando stili di vita corretti e mantenendo sotto controllo alcuni fattori di rischio modificabili come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso, sedentarietà, fumo e abuso di alcol". Così il presidente dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), Massimo Grimaldi, in vista della Giornata mondiale del cuore che si celebra il 29 settembre. "Quest'anno il tema è 'Non perdere il battito'. L'obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, incoraggiando l'adozione di abitudini salutari - afferma Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione per il Tuo cuore Anmco -. I controlli di alcuni parametri diventano ancora più importanti se si è già affetti da malattie cardiovascolari, ed è sempre indispensabile adottare stili di vita salutari, effettuare i controlli nei tempi indicati ed assumere i farmaci prescritti, laddove necessario, secondo le modalità stabilite dal proprio medico curante". Gabrielli ricorda la presentazione, al congresso della Società europea di cardiologia concluso a Madrid, del primo Clinical Consensus Statement dedicato a salute mentale e malattie cardiovascolari: "Circa una persona su 3 con malattie cardiovascolari presenta anche un disturbo di salute mentale come depressione, ansia, disturbo da stress post traumatico, stress o isolamento". Ciò "impatta molto sia sul percorso terapeutico che sulla prognosi del paziente stesso - continua -. Questa interazione è clinicamente rilevante, incide su diagnosi, aderenza, prognosi e costi, ma resta spesso sottostimata nei percorsi cardiologici tradizionali".
X.Pietrzak--GL