Tumore seno, senza screening rischio metastasi 4 volte più alto
Studio su oltre 430 mila donne con invito al programma svedese
Non partecipare al primo invito dello screening per il cancro al seno può avere conseguenze serie. Le donne che rinunciano a sottoporsi alla mammografia hanno un rischio fino a quattro volte più alto di ricevere una diagnosi di tumore in fase avanzata nei successivi 25 anni. Sono i dati di uno studio coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato su Bmj opens. "Il primo screening mammografico è un momento cruciale per la prevenzione degli esiti avversi del cancro al seno - scrivono i ricercatori - L'identificazione precoce crea una finestra temporale sostanziale per intervenire e può alterare le conseguenze del cancro al seno". Lo studio ha cercato di quantificare l'impatto della rinuncia allo screening analizzando i dati delle oltre 430 mila donne che hanno ricevuto l'invito al programma svedese di screening mammografico tra il 1991 e il 2020. L'analisi ha confermato che le donne che non rispondono al primo invito hanno minori probabilità di sottoporsi ai test anche alle chiamate successive. In media, rispondevano positivamente a 4,77 inviti sui 10 monitorati nel corso degli anni, rispetto agli 8,74 di quante avevano aderito subito alla chiamata. Pesanti le conseguenze di questa rinuncia: le donne che non si presentano per la prima mammografia hanno una probabilità del 50% più alta di ricevere una diagnosi di cancro in stadio III e fino a 4 volte più alta di malattia in stadio IV (metastatica) nei 25 anni successivi. Anche la mortalità per cancro al seno è di circa il 40% più alta. Le differenze, precisano i ricercatori, non sono dovute al fatto che queste donne tendono ad ammalarsi di più, ma semplicemente alla diagnosi tardiva che rende il trattamento meno efficace.
L.Sobczak--GL